Quando ci si guarda allo specchio e si fatica a riconoscersi, perché sono comparse alcune rotondità attorno all’addome o ai fianchi, oppure quando alcuni capi d’abbigliamento non vestono più come vestivano nel corso della stagione precedente, il pensiero ricade subito alla necessità di mettersi a dieta.  Presi dal bisogno impellente di recuperare la forma fisica perduta, si attiva il meccanismo della ricerca frenetica di una soluzione veloce e duratura. Si inizia così a ricercare informazioni sui cibi che fanno ingrassare e si comincia ad escluderli dal proprio regime alimentare.

Si sperimentano tutte le diete che si trovano sul web oppure quelle consigliate da conoscenti o amici che hanno incontrato lo stesso problema.  Ne consegue che l’alimentazione avuta sino a quel momento subisca un importante cambiamento il quale non sempre risulta fruttuoso e risolutivo. Il peso non cambia e quando ciò avviene ci si accorge che si è diventati nervosi, irritabili, particolarmente stanchi e soprattutto senza energia. Mettersi a dieta non significa eliminare importanti gruppi di alimenti, bensì adottare uno stile di vita alimentare equilibrato e che risponda in modo adeguato alle proprie esigenze biologiche, metaboliche, fisiologiche, emotive ed energetiche. La domanda a questo punto non sarà più volta alla ricerca di ciò che deve essere eliminato dalla dieta, ma “quanto” e “cosa” deve essere introdotto.

La quantità deve rispondere alle richieste energetiche dell’organismo in funzione della spesa energetica che lo stesso realizza nel corso della giornata. Per fare ciò sarà importante conoscere quanto sforzo fisico e mentale si compie durante il giorno. Sì, sembrerà strano, ma anche la richiesta mentale ha un importante peso nella definizione di quante calorie assumere! La fonte energetica delle cellule cerebrali è il glucosio. Esso è principalmente derivato dai carboidrati semplici (es. zuccheri) e complessi (es. cereali). E’ fondamentalmente questo il motivo per cui quando si è stanchi, affaticati o particolarmente amareggiati si ricorre al consumo di dolci e di zuccheri. In realtà ciò che favorisce il corretto funzionamento cerebrale ed emotivo del cervello è l’assunzione di cibi che apportano tutti i macro nutrienti (carboidrati, grassi e proteine) e i micro nutrienti (vitamine e minerali).  Ognuno di questi svolge un importante ruolo nel corretto funzionamento sia delle cellule dell’organismo che del cervello. Escludere anche una sola di queste categorie significa impoverire il corpo, il cervello e tutti i loro processi, di importanti sostanze determinandone dei deficit che si traducono nel breve periodo, in sintomi e nel lungo periodo, in disturbi e patologie. Dimagrire perciò non significa eliminare gli alimenti dal proprio regime alimentare, bensì scegliere in modo appropriato ed accurato i cibi che possono apportare sostanze fondamentali per il funzionamento del corpo, del cervello e non ultimo per migliorare il tono dell’umore.

Dott.ssa Stefania Cavallari

Psicologa, Psicoterapeuta 

Master in Nutrizione e Dietetica presso l’Università Politecnica delle Marche