La vulvodinia: una ‘malattia silenziosa’, che spesso non viene diagnosticata in modo corretto.

La vulvodinia è un disturbo identificato come un dolore persistente caratterizzato da bruciore localizzato nella vagina e nella zona che la circonda, identificata come vulva, ma senza che sia presente alcuna lesione che lo giustifichi. Questa patologia che attacca l’organo genitale femminile è dovuta dalla crescita disordinata di piccole terminazioni nervose a livello vulvare. In alcuni casi tale problematica può estendersi anche alla zona dell’ano, dei glutei e delle cosce portando a un dolore pungente, con sensazione di bruciore continuo. Il fastidio può essere scatenato da un contatto, ad esempio in un rapporto sessuale o solamente con l’inserimento di un assorbente o di un ovulo vaginale. In alcuni casi più critici anche il sedersi o l’accavallare le gambe può portare a percepire dolore.

La vulvodinia è un disturbo identificato come un dolore persistente caratterizzato da bruciore localizzato nella vagina e nella zona che la circonda, identificata come vulva, ma senza che sia presente alcuna lesione che lo giustifichi. Questa patologia che attacca l’organo genitale femminile è dovuta dalla crescita disordinata di piccole terminazioni nervose a livello vulvare. In alcuni casi tale problematica può estendersi anche alla zona dell’ano, dei glutei e delle cosce portando a un dolore pungente, con sensazione di bruciore continuo. Il fastidio può essere scatenato da un contatto, ad esempio in un rapporto sessuale o solamente con l’inserimento di un assorbente o di un ovulo vaginale. In alcuni casi più critici anche il sedersi o l’accavallare le gambe può portare a percepire dolore.

Lato importante per questo tipo di diagnosi è la comunicazione con la paziente e capire quali sono i disturbi che si percepisco, identificare quali problemi di salute sono presenti e passati ed escludere eventuali infezioni o infiammazioni vulvo vaginali che al contrario della vulvodinia provocano arrossamenti, lesioni visibili, perdite vaginali ecc. oppure ci possono essere problemi legati alla secchezza vaginale, ipersensibilità a determinati detergenti o altre malattie a livello immunitario. Di conseguenza, prima di diagnostica e curare la vulvodinia, è sempre opportuno accertare le cause del dolore perché può essere derivato da una combinazione di più fattori.

La cura

Una volta identificato il problema si passa alla cura. Esistono dei trattamenti specifici per agire ma è fondamentale tenere determinati comportamenti per poter ridurre l’impatto sulla vita di chi ne soffre. “Volersi bene”: uno degli aspetti fondamentali è proprio quello di curare sé stessi partendo dal rispetto del proprio corpo tenendo determinati comportamenti che possono aiutare a ridurre al minimo gli stimoli che provocano dolore a livello vulvare. Possono essere:

  • Indossare biancheria di cotone e non troppo aderente;
  • Evitare d’indossare la biancheria durante la notte;
  • Utilizzare prodotti per l’igiene personale neutri e delicati;
  • Utilizzare assorbenti esterni e possibilmente di cotone;
  • Utilizzare lubrificati specifici durante i rapporti sessuali;
  • Evitare attività fisiche che causino sfregamento della vulva come la cyclette, spinning, equitazione ecc.;
  • Anche lo stress può essere una causa scatenante e peggiorare la vulvodinia;
  • Utilizzare un cuscino specifico per il problema, nel caso la vulvodinia si associa a dolore quando si è seduti.

Quando la fisioterapia diventa utile?

Il fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico può essere un grande aiuto per visualizzare e gestire il problema. Ovviamente ogni percorso terapeutico è studiato sulla persona perché agiscono molte variabili, come:

  • la condizione di partenza,
  • la reazione del corpo alla fisioterapia,
  • le norme comportamentali,
  • le altre terapie in corso,
  • ecc.

di conseguenza il piano di trattamento è unico e personalizzato sia per la tipologia di seduta sia per il numero di sedute e i tempi. Fondamentale è seguire i consigli del/della professionista e affidarsi al suo lavoro.

Oltre alla Fisioterapia…

Oltre la fisioterapia, può entrare in campo anche la psicoterapia la quale ha lo scopo di aiutare e gestire i problemi personali cercando di modificare il modo di affrontare il problema e agire in modo attivo per affrontare l’impatto della vulvodinia nella vita quotidiana. 

Un altro scopo della psicoterapia è quello d’intervenire nel momento in cui si creano ansie e paure nella sfera sessuale portando la coppia a ristabilire una relazione fisica soddisfacente con il proprio partner. Infatti, la qualità della vita sessuale a causa del dolore percepito, può comporta disagio, frustrazione e senso di inadeguatezza. Questo può portare ad un calo del desiderio sessuale, infatti la paura di non poter provare piacere, persiste il timore di provare solo dolore. Questo si amplifica sia per ritardi diagnostici sia per difficoltà a chiedere aiuto, spesso ci sono donne che convivono già da qualche anno con la vulvodinia.

Attraverso l’integrazione del lavoro di professionisti esperti come ad esempio Medici, Fisioterapisti e Psicologi, si può affrontare il problema e raggiungere la risoluzione del problema, ma soprattutto mantenere i risultati nel lungo periodo potendo così riconquistare una serenità personale e di coppia.

Dott.ssa Sara Trevisan

Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa Clinica specializzata nella terapia di coppia e nell’intervento sessuologico con la finalità di promuovere il benessere psicosessuale attraverso un approccio integrato mente-corpo.

Dott.ssa FT Irene Busetto

Master di I livello in riabilitazione perineale e diagnostica strumentale presso università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Consulente Sessuale.

Lo Studio di Fisioterapia e Riabilitazione Busetto e Pontel SRL si avvale di un team di professionisti e di tecnologie di ultima generazione non esitare a contattarci per avere maggiori informazioni allo 0434 521127 oppure all’indirizzo info@fisioterapiabusetto.it.