Quali sono i tratti caratteristici di queste sintomatologie?

I tendini sono quelle strutture di connessione che collegano i muscoli, da dove si originano a dove si inseriscono nelle ossa. La loro composizione è formata di tessuto connettivo, elastico ma nello stesso tempo molto resistente. La funzione dei tendini è quella di trasmettere all’osso la forza sviluppata dal muscolo, di conseguenza hanno lo scopo di permettere all’uomo di muoversi e di svolgere tutte le attività fisiche (alzarsi, camminare, correre ecc.). Anche i tendini possono essere soggetti a sviluppare dei disturbi e delle problematiche che possono essere riconosciuti, a seconda delle loro caratteristiche in tendinosi, tendiniti e tendinopatie.

 

Vediamoli nello specifico:

TENDINOSI La tendinosi viene riscontrata nel momento in cui si ha una degenerazione della normale struttura tendinea che causa sofferenza in un tendine. Questa patologia viene riconosciuta come cronica, di conseguenza la guarigione sarà lunga e ci vorrà diverso tempo per la riabilitazione (nell’ordine di 4-6 mesi). Curiosità: Generalmente, il suffisso “-osi” indica un processo degenerativo e di lesione di una particolare struttura, che spesso può sfociare in cronicità. (es. nefrosi, artrosi, ecc.)

TENDINITE La tendinite si manifesta quando si presenta un gonfiore, calore e lieve arrossamento nella zona del tendine. Questi sintomi sono indice di un’infiammazione in corso. La tendinite viene indentificata come un processo infiammatorio a carico del tendine, che causa forte dolore. In questo caso, la fisioterapia si concentrerà nel togliere l’infiammazione in una prima fase di dolore acuto e nel riportare il tendine ad una condizione di normalità evitando ad esempio il sovraccarico (nel giro di 4-8 settimane). Curiosità: Generalmente, il suffisso “-ite” indica una patologia di carattere infiammatoria (es. borsite, polmonite, ecc.)

Ricapitolando, la differenza sostanziale tra queste due patologie è che la prima, LA TENDINOSI, viene riconosciuta nella degenerazione del tendine ed ha un andamento cronico. Invece, la seconda è un’infiammazione a danno del tendine ed è acuta.

TENDINOPATIA La tendinopatia è il termine che si usa generalmente per indicare un dolore persistente al tendine e la conseguente perdita di funzione del muscolo di cui il tendine fa parte. In questo caso non si pone attenzione su un preciso processo patologico, come l’infiammazione o la degenerazione del tendine ma sul dolore che il paziente sente e sull’impossibilità di svolgere il corretto movimento. I motivi scatenanti la tendinopatia possono essere ricercati nell’anatomia e nella composizione del tendine. Infatti, nei tendini troviamo uno scarso afflusso di sangue e soprattutto sono soggetti a numerose sollecitazioni, che possono portare a delle micro-lesioni.

Cosa fare in questo caso?

Nella maggior parte dei casi la via migliore è il trattamento conservativo, cioè la fisioterapia. L’intervento chirurgico si può prendere in considerazione sono in casi molto gravi e prolungati.

Consigli utili:

In caso d’infiammazione in prima battuta si può applicare del ghiaccio sulla zona dolorosa con un’applicazione di qualche minuto alternata a delle pause (questo serve per evitare bruciature da freddo). In caso di forte dolore, si può consultare il medico di famiglia o un medico specialista (fisiatria o ortopedico) il quale se necessario prescriverà terapia medica come antidolorifici, FANS ecc. In alcuni casi di tendinopatie è utile l’impiego di tutori o plantari correttivi i quali hanno lo scopo di evitare il movimento errato e che incide sul dolore. Fondamentale, in fase acuta è l’astensione dall’attività sportiva così facendo si riduce il carico e gli sforzi ma evitando la completa immobilità dell’arto. Il paziente deve continuare a svolgere le attività secondo tolleranza senza sollecitare eccessivamente e aggravare i sintomi.TRATTAMENTO FISIOTERAPICO Il trattamento fisioterapico ha lo scopo di evitare questa immobilità andando ad elaborare un percorso terapeutico progressivo. Il percorso fisioterapico può partire con degli esercizi isometrici, i quali possono essere utili nella fase acuta, perché hanno lo scopo di ridurre il dolore. A seguire, verrà proposto l’esercizio eccentrico con lo scopo di riattivare il corretto movimento senza gravare sul tendine infiammato, dosando carico, velocità e frequenza. Consultare sempre un professionista sanitario per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato.

L’allenamento isoinerziale può essere utilizzato in una seconda fase per riattivare il corretto movimento senza gravare sul tendine infiammato andando a dosare carico, velocità e frequenza.

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